lunedì 14 dicembre 2020

Vivere senza cellulare

Mi è capitato di stare 10 giorni senza cellulare.

È stato un contrattempo, ma ho anche forzato un po’ la mano. Ma partiamo dall’inizio.


La mia relazione con il cellulare è sempre stata difficile.

Ricordo già col mio primo modello, alle medie, come passavo i pomeriggi aspettando l’SMS dalla ragazza che mi piaceva. Poi crescendo, e con lo sviluppo della tecnologia, ne sono diventato sempre più dipendente, fino a vivere per un anno una relazione a distanza. Il cellulare era l'unico modo che avevo per sentire la mia ragazza, ed era la prima cosa che facevo la mattina e l’ultima la sera. Portavo il cellulare sempre con me, ovunque, quando non ce l’avevo mi saliva l’ansia. E se lei non mi rispondeva per mezz'ora mi preoccupavo. Ero terrorizzato all'idea di perdere la connessione, di rimanere solo. Ero completamente dipendente dal mio cellulare.

Mi permetteva di essere vicino a lei, e mi permetteva di fuggire da dove ero io.

Ho sempre un po’ voluto buttarlo via. Dopo la fine di questa relazione importante, non avevo più nessuna vera ragione per stare ore avanti al telefono, e mi sono finalmente deciso a iniziato a utilizzarlo meno, un po’ per volta. Con la quarantena, ho iniziato a lasciarlo a casa quando mi mettevo a leggere sull’amaca. All’inizio sentivo l’impulso forte di andarlo a prendere, e arrivare a stare 2 ore senza controllarlo per me era un traguardo.

 

Poi a Luglio ho fatto un viaggio importante, sono stato ospitato tre settimane in una fattoria in Germania con un programma di WWOOFing (potete trovare il video riassunto qui: https://youtu.be/xfAjh77Bxlo e la playlist con tutti i video integrali: https://www.youtube.com/playlist?list=PL6FaWgDdRqXDhwpNxAm5LX6W6Hgq_LuQc .

Il Wagen
Dormivo in un Wagen, una sorta di roulotte parcheggiata, dove non c'era connessione internet o rete cellulare. Durante la giornata lavoravo, e il cellulare lo utilizzavo solo per un ora la sera. Per le restanti 23 ore rimaneva spento, e dopo qualche giorno amici e parenti se ne sono fatti una ragione. Non ero raggiungibile in nessuna maniera se non a quell’ora: se qualcuno mi avesse cercato in altri orari, io non lo avrei nemmeno saputo. Per forza di cose mi sono dovuto adattare, durante il giorno ero sempre occupato e la sera leggevo, e alla fine sono riuscito a intravedere la vita per quella che è, senza filtri. Lì per la prima volta mi è venuto il dubbio che il cellulare non fosse necessario. Perché in fondo in fondo questa consapevolezza ce l'abbiamo sempre avuta tutti, ma riuscivo a far finta di niente finché non è stato indubitabilmente chiaro. 

Nel Settembre successivo ho avuto modo di fare un altro viaggio fantastico, questa volta alla scoperta della Sicilia (video non ancora disponibile). Tra le mille avventure ho conosciuto Josef, una persona eccezionale, che si auto-definisce ricercatore libero, che è diventato un amico e un maestro. Ho passato con lui tre giorni veramente assurdi, e tra una cosa e l’altra mi ha raccontato di una volta che è stato per un mese intero senza il cellulare. Ha detto che a stare senza, si impara davvero a vivere.

Il mio cellulare deve aver sentito che non tirava un'aria buona, perché dopo meno di un mese, una mattina, ha smesso di funzionare. Era il 1° Ottobre. La mia reazione è stata circa "oh no " mentre lo gettavo in fondo allo zaino, dove è rimasto per parecchio tempo.


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