Scegliere l'università
La mia storia e una breve guida pratica su come affrontare questa importante scelta
La scelta dell'università è una decisione importante, presa a volte a cuor leggero, a volte imposta dalla famiglia. La scelta delle superiori da già dà una direzione alla persona che diventeremo, ma è l'università che in ultimo luogo decide cosa ne sarà di noi. Non solo il lavoro che faremo, ma chi conosceremo, dove vivremo, quale sarà il nostro stile di vita. Queste sono tutte conseguenze che scaturiscono, in maniere impreviste e imprevedibili, da una concatenazione di eventi che ha inizio con questa scelta. Ma non sentiatene il peso: nessuna scelta è sbagliata!
Questo articolo nasce dalle ricerche fatte in preparazione di una serie di video sull'orientamento universitario che sto producendo per Davincimeme. Mi sono reso conto di aver accumulato molto materiale che, integrato con la mia esperienza, poteva diventare un piccolo articolo per questo Blog. Inizio descrivendo la mia esperienza con la scuola, per seguire con consigli su come fare una scelta consapevole e felice.
Io notoriamente non sono mai stato molto bravo a scegliere le scuole. Iscritto al liceo classico, pochi mesi prima di iniziare ho avuto paura di non essere all'altezza, e deciso per l'istituto tecnico come puro ripiego. Era una scelta improvvisata e non adatta a me, e in tre mesi me ne sono reso conto e ho cambiato di nuovo. La motivazione che davo era che "era troppo facile", a intendere che non era una scuola seria che richiedeva impegno, ma ho smesso di dire così perché la gente mi prendeva per scemo. Quando un giorno mi sono confrontato con il buon Ceccarelli, ci siamo detti nello stesso momento che pensavamo di cambiare scuola a favore di una più seria. Io ero più propenso per il linguistico, lui per lo scientifico e io ancora una volta avevo paura che fosse troppo per me, ma ho deciso di provarci e ci siamo trasferiti insieme. Ho capito che preferivo essere il peggiore in un ambiente stimolante, piuttosto che il migliore in qualcosa al di sotto delle mie potenzialità.
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| Il Cristo Coreano che ho disegnato sul muro |
E più o meno così è stato, non proprio il peggio ma quasi. I primi anni mi sono impegnato duramente per recuperare e stare al passo con gli altri, e ce la stavo facendo discretamente, ma poi altri problemi ben più grandi hanno iniziato a tirarmi giù, e facevo fatica ad impegnarmi, e ancor più fatica a volerlo fare. C'è anche il fatto che verso il terzo mi sono reso conto che volevo essere bravo, ma non era l'approvazione dei professori quello che cercavo, e non ritenevo nemmeno che avessero la facoltà di giudicarmi veramente. Per queste motivazioni, e anche un po' scoraggiato dai risultati in declino, ho deciso di fare semplicemente quello che era necessario per passare e non "sprecare" altro tempo alzando i voti nelle materie che non mi interessavano, dedicandolo ad altre cose più importanti per me al momento. Mi sembrava un'idea geniale, e l'ho perseguita con successo, perché la mia pagella di quell'anno riportò tutti 6, con le uniche eccezioni di ginnastica e inglese, in cui sebbene impegnandomi, non ero riuscito a prendere meno di 7. Ma non avevo considerato bene le conseguenze di questa cosa, perché quello che ero riuscito a dimostrare ai professori era anche che non me ne fregava assolutamente niente del loro giudizio e del sistema scolastico. Tendevo ancora a pensare che gli adulti fossero agenti razionali o oggettivi, ma le persone sono persone, e togliere loro qualsiasi potere su di me fu una mossa che non piacque a nessuno. Certo, alcuni professori sono veramente professionali, ma per molti altri non è così. Ammesso che avrei fatto tutto quello che era necessario per arrivare alla sufficienza e niente di più, alcuni decisero di rendermela molto difficile. Gli ultimi anni c'era questa consapevolezza condivisa che a me non fregava niente della scuola, portata avanti da segnali ben chiari da parte mia (vedi Cristo Coreano a grandezza naturale che disegnavo sul muro durante le lezioni che mi annoiavano).
Aggiungendo a questo l'insonnia che mi ha seguito da metà quarto fino a fine liceo, le mie prestazioni erano decisamente penose. Sia chiaro, alla fine ho comunque vinto, non sono mai riusciti nemmeno a rimandarmi di una materia (che suona incredibile a chi veniva in classe con me) ma è stato un inferno.
Insomma: una volta diplomato, con tutti i voti più bassi che sono puerilmente riusciti a darmi, ero ben stufo di studiare e ancora una volta, non credevo molto nelle mie capacità. L'unica cosa in cui ero veramente bravo in quegli anni era il disegno, e siccome si accordava bene col desiderio di stare più vicino alla mia ragazza, sono andato a studiare pittura all'Accademia di Belle Arti di Firenze (leggi: disegnare donne nude).
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| Io appena finita la maturità |
Non è andata molto diversamente che con l'ITIS, sono bastati 4 mesi a farmi capire che volevo, e avevo bisogno di, impegnarmi più di così. L'arte mi piaceva, ma detestavo l'aria che tirava, la pigrizia, l'astrattismo. E sinceramente avevo bisogno di dedicarmi con tutto me stesso a qualcosa o sarei impazzito.
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| La vista dalla mia classe all'accademia |
Ho lasciato l'Accademia e sono andato a lavorare. Il mio primo lavoro è durato 5 giorni prima che mi licenziassero, il secondo, come cameriere, quasi tre mesi. Al che ho deciso di dedicarmi completamente allo studio del tedesco, avevo messo dei soldi da parte, e per altri tre mesi così è stato. Nel mentre, il mio vecchio amico Giova mi contatta e mi consiglia questo corso universitario che secondo lui fa per me: Management & Marketing. Mi informo e sorprendentemente scopro che mi interessa molto, questo riaccende in me la possibilità di studiare all'università. A causa della mia permanenza ad Amburgo in quel periodo, mi rimaneva una sola possibilità per dare il test d'ingresso prima che chiudessero le iscrizioni per l'anno, e per di più nel periodo in cui avevo frequenti coliche. Mi sono presentato ingenuamente, avendo fatto un paio di prove online, ho dato il test e sono stato preso. Solo successivamente ho scoperto che per il mio corso, quell'anno, c'erano state 1500 richieste per 200 posti. Non so dove sarei ora se non fossi stato ammesso. Ora sto felicemente frequentando il secondo anno con una discreta media.
Tutto questo è per dirvi quanto le mie scelte scolastiche siano state travagliate. Ho fatto un sacco di errori e sono comunque felice adesso. Parliamo ora di come non fare come me.
Perché è importante scegliere
Finite le scuole superiori, arriva un momento in cui devi scegliere. Si deve per forza scegliere, come alla fine di ogni percorso, quale sarà il prossimo capitolo. Ed è importante che sia fatto con intenzione e consapevolezza, senza lasciarsi trascinare. Perché l'unica persona che può prendere le decisioni migliori per voi stessi siete voi. Amici e parenti vogliono il meglio per voi, e pensano di sapere quale sia, ma nessuno, nessuno, può sapere veramente quale sia a parte voi, e a volte nemmeno. A volte le decisioni si presentano, e non ci si può fare niente: pronti o no, vanno prese, e se non lo fate lo farà qualcun altro. Sembra una regola generale che fuggire da una scelta porti sempre in una situazione peggiore rispetto ad una scelta sbagliata. Se sbagli, impari qualcosa, e alla prossima scelta sarai più pronto. Se non scegli, non hai imparato niente.
Inoltre, e fondamentale, la motivazione che avrete dalla consapevolezza di star facendo qualcosa che vi piace e avete scelto, vi porterà enormemente più avanti di quanto potreste mai arrivare facendo qualcosa per gli altri. Ricorda che non darete mai il massimo se non state facendo quello che vorreste fare.
L'università non è obbligatoria
Anche questo va considerato: non si tratta più di scuole dell'obbligo. Certo, l'istruzione è difficilmente una scelta sbagliata, e oggi ci sono grandi agevolazioni che lo rendono accessibile a tutti, ma rimane una scelta volontaria. Alcuni preferiscono continuare a studiare, altri vogliono semplicemente lavorare e avere la loro tranquillità, e non c'è niente di male in questo.
Anzi, se non sapete proprio cosa scegliere, e dovreste piuttosto buttare a caso, io trovo che lavorare possa essere molto formativo. Non è una scelta vincolante: potete decidere di lavorare per un periodo e se nel mentre vi siete chiariti le idee, iniziare l'università l'anno dopo. Non succede niente a rimanere un anno o due indietro, c'è gente che inizia a 18 e finisce comunque a 30 anni. Un buon modo per capire cosa fare è sperimentare, vedere le possibilità alternative. Se però scegliete di non iniziare subito l'università, rimandando questa possibilità, non rendetevi la permanenza a casa comoda. Lavorate, fate esperienza all'estero, imparate tutto quello che potete: rimanere sul divano non è un'alternativa valida. Potete anche prendervi proprio un anno sabbatico e girare il mondo: è una cosa abbastanza comune in altri paesi. Cogliete ogni opportunità per esporvi il più possibile a quello che non vi aspettate di realizzare o seguire, acquistate una visione più vasta sulla vita. Una volta iniziato un percorso universitario, avrete spesso il terreno battuto, e ogni step seguirà quello precedente: sarà più difficile venire in contatto con qualcosa di diverso.
Infine, tenete bene in conto che l'università non è tutto quello che farete nella vita, ne è l'unico metodo per imparare.
Come scegliere
Assumendo che abbiate optato per il percorso universitario, vediamo come scegliere l'indirizzo più adatto a voi.
1) Definire le opzioni
La prima fase di un processo decisionale, analizzato il problema, è l'identificazione delle alternative. Ovvero capire tra cosa stiamo scegliendo. È una parte fondamentale perché semplifica il problema: non possiamo ragionare con opzioni infinite, dobbiamo tirare i nostri limiti.
Se ci sono fattori vincolanti, per esempio se avete già deciso di studiare in una certa città per seguire le orme di vostra madre, o volete rimanere a vivere con i genitori, o se al contrario volete andare più lontano possibile, allora partite da questi. Non tutte le città hanno delle università, e non tutte le università sono buone università. Se avete già scelto dove andare, partite dall'informarvi su quali corsi offrono.
Se invece non avete nessuna limitazione, e la vostra scelta è dettata solo dall'interesse personale, bisogna capire cosa vi interessa veramente. A partire da quale ambito. Se non ne avete la minima idea, iniziate per esclusione, eliminando quello che sicuramente non vi piacerebbe fare. Meglio giardiniere sporco o agente finanziario stressato? Dipende da voi.
Tolto quello che sicuramente odiate, pensate a quello che vi piace fare. Cosa fate nel tempo libero? Riflettete un attimo su come passate le giornate, e a cosa vi dedicate volentieri quando avete del tempo, e cercate di capire il perché. Cosa lega insieme le vostre passioni? Vi piacciono computer e videogiochi? Oppure libri, film e serie tv? Ci sono dei punti in comune che possono indirizzarvi verso quello che vi piace di queste cose.
Successivamente, e solo successivamente, pensate a cosa vi sentite bravi a fare. Sono io il primo ad aver fatto l'errore di scegliere quello in cui ero bravo ma non mi piaceva fare.
Vi ricordo che in questa fase non stiamo scegliendo, ma solo scoprendo tutte le carte sul tavolo. Se in dubbio, meglio metterne di più che di meno.
Una volta deciso quali sono le opzioni, fate una bella lista di tutte. Fatelo davvero, è importante.
2) Informarsi
Ora che avete deciso le opzioni, dovete sceglierne una soltanto, che diventerà la vostra università. Ma non avete ancora abbastanza informazioni.
La prima cosa da fare è andare sui siti di tutte le università, e scaricare i programmi di studio dei corsi che vi interessano. È difficile trovarli e prima di trovarli perderete la pazienza, ma per ogni corso sono elencati tutti gli esami che dovrete sostenere ogni anno, e per ognuno una descrizione. Questo è quello che effettivamente studierete, leggeteli attentamente e capite se vi interessano. Non devono piacervi necessariamente tutti, ci saranno sempre esami più noiosi o che non troppo utili, e questo va bene purché siano una piccola parte.
Però i siti internet possono dirvi solo tanto, per capire come si vive effettivamente un ateneo dobbiamo parlare con qualcuno che ci sta già studiando, o ci ha studiato. Se possibile andate fisicamente negli atenei, visitateli, e fermatevi a parlare con qualcuno che incontrate. Fategli domande specifiche (che vi siete preparati prima) riguardo aspetti che vi interessano o preoccupano di più. Per esempio: c'è tanto da studiare? I professori come sono? È difficile rimanere in corso?
Se questo non è possibile, ipotesi probabile considerando il momento in cui scrivo, potete provare a farvi dare il numero di qualcuno per conoscenze, oppure rivolgervi a internet. Su LinkedIn c'è la possibilità di ricercare le persone che hanno frequentato una determinata università: vi basterà sceglierne una o due e mandargli un messaggio. Su Facebook invece, si trovano molti gruppi specifici per le università. Potete fare un post in cui dite di essere interessati all'università e di voler parlare con qualcuno che la frequenta, e sicuramente ci saranno un sacco di persone disponibilissime. Non abbiate paura di disturbare contattando qualcuno, ogni studente fiero dell'università che fa è felice di parlarne.
Seguite tutti gli orientamenti che la vostra scuola e le università organizzano. Sarebbe stupido non farlo, ma ve lo dice uno che ha sentito l'esigenza di realizzare il proprio orientamento universitario, per cui io ve l'ho detto, poi dategli la fiducia che ritenete opportuna.
3) Capire chi si vuol diventare
È difficile capire cosa vi piace fare, lo so. Forse può essere più semplice capire chi vogliamo diventare. Chi sono i nostri esempi, a chi aspiriamo di assomigliare? Quelle persone che guardiamo con ammirazione sono quelle che hanno tutto quello che noi reputiamo importante. Io ho fatto l'errore di scegliere quello che ero bravo a fare, che però non era ne quello che mi piaceva fare ne quello che volevo diventare. Idealisticamente dovreste trovare qualcosa che abbia tutte e tre queste caratteristiche.
Ripensate agli studenti che avete incontrato seguendo il punto precedente (perché l'avete seguito vero?), vorreste essere come loro? Basatevi anche su caratteristiche meramente superficiali, come si vestono, come si atteggiano, perché sebbene non bastino a descrivere una persona sono indice di come pensa, e se tu ti ci ritrovi o vorresti essere così, allora probabilmente è il posto giusto per te.
In che ambiente vi vedete fra 10 anni? In un tribunale, in un ufficio o in un villaggio turistico? Io ai miei genitori ho sempre detto che preferivo fare il barbone che lavorare al computer 8 ore al giorno, e sono ancora della stessa idea.
Poi c'è anche il fattore "trovare lavoro", che a me non piace nemmeno prendere in considerazione ma non sarebbe un articolo completo altrimenti. Io sono dell'idea che se fai quello che ti piace fare, e lo fai con impegno e costanza, diventerai bravo e trovare lavoro non sarà mai un problema. Ma molte persone vogliono assicurarsi di trovare il lavoro senza nemmeno diventare bravi, in quel caso non lo so, andate a fare un ingegneria a caso.
Parlare invece di quale lavoro una determinata università vi porterà a fare ha più senso: è quello che probabilmente farete per gran parte della vostra vita. Pensate bene a quali sono le professioni che seguono al tipo di laurea a cui state pensando. Se volete studiare veterinaria mettete in conto che starete spesso a stretto contatto con animali, e non solo gattini.
4) Farsi consigliare
Chiedete consiglio ai parenti e alle persone che vi conoscono bene, compresi i professori. A volte si ha una visione più lucida delle cose dall'esterno. Chiedete a chiunque pensiate che possa aiutarvi di darti qualche consiglio su quale potrebbe essere una buona università per voi. Ma ricordate che la scelta la dovete fare da soli.
Fate attenzione anche a riconoscere le influenze che le persone intorno a voi hanno sulle vostre scelte: state facendo questa scelta per voi stessi o per qualcun altro? Potreste star assumendo di voler fare qualcosa solo perché i vostri genitori lo vorrebbero per voi e voi volete la loro approvazione, è una cosa che capita spesso. Separate quello che gli altri vogliono da quello che voi veramente volete.
5) Decidere
Alla fine arriva il momento. Siamo arrivati alla fine dell'articolo: bisogna tirare le somme e prendere una decisione. Confrontate ora tutte le informazioni che avete ottenuto e chiedetevi quale può essere la migliore per voi. Se può aiutarvi, stilate una tabella in cui date un punteggio a ogni università su diversi fattori come città, programma, difficoltà ecc.
Considerate anche risvolti pratici della scelta: potremmo non essere portati per una materia che ci piace e iscriverci diventerebbe uno strazio che si prolunga all'infinito. L'università con i programmi migliori potrebbe essere dall'altra parte dell'Europa. Anche queste sono variabili che vanno prese in considerazione per una scelta che vi renda appagati da quello che fate.
Se non siete sicuri non rischiate: scegliete un corso più generale che vi dia la possibilità di scegliere in seguito una magistrale più specifica.
Se avete fatto la scelta sbagliata?
Si può sempre tornare indietro. Non è assolutamente un problema. Basta rendersene conto e fare qualcosa a riguardo. Una volta ho conosciuto una ragazza che si era appena laureata in Legge ma odiava questa facoltà. Le ho chiesto come mai non se ne fosse resa conto prima, e mi rispose che già dal primo anno la detestava, ma non aveva avuto il coraggio di cambiarla, potenzialmente mettendosi su una strada che la porterà a detestare il lavoro che farà per tutta la vita. Bisogna sempre trovare il coraggio di ammettere di aver sbagliato, e niente andrà male. E se penserete di aver sprecato un anno o due facendo un'università per poi cambiare, sappiate che l'alternativa è continuare a fare qualcosa che non vi piace e sprecare tutto il resto della vita. Le esperienze servono sempre a capire, se avete acquisito una consapevolezza maggiore su voi stessi e su cosa volete fare, niente è stato sprecato.
Non abbiate paura di sbagliare. Se una volta seguiti tutti i consigli siete ancora fortemente indecisi, meglio andare a lavorare uno o due anni e iscriversi quando si hanno le idee chiare. Non vi corre dietro nessuno.
Fate la scelta quando vi sentite pronti, ma siate convinti e scegliete per voi stessi soltanto.



Sono profondamente orgoglioso di quanto noioso appaia questo articolo.
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